L'Italia e la Prima Guerra Mondiale
(a cura di PASELLA Federico 5^B - AFM - ESABAC TECHNO)
Le tensioni internazionali precedenti lo scoppio della prima guerra mondiale
Le principali tensioni sono provocate essenzialmente dalla rivalità fra Germania e Francia e dalle contrastanti mire austriache e russe sui Balcani.
1. Le crisi marocchine:
Nel 1905 Guglielmo Il si oppose al protettorato francese sul Marocco, guidando di persona delle truppe a Tangeri; questa prima crisi fu risolta dalla Conferenza di Algesiras (1906), che confermò l’indipendenza del Marocco, ma vide la Germania diplomaticamente isolata.
La seconda crisi scoppiò nel 1911: la Germania inviò un incrociatore per bloccare un intervento francese a Fez.
Le due crisi sono importanti perché rivelano la volontà e la prontezza di intervento della Germania e portano al delinearsi di un fronte anti tedesco.
Dopo la sconfitta nella guerra con il Giappone, la Russia si rivolge nuovamente ai Balcani, senza però potersi opporre all’annessione della Bosnia-Erzegovina compiuta dall’Austria nel 1908; anche il sultano non può reagire, a causa della rivolta dei Giovani Turchi, intellettuali e ufficiali liberali e nazionalisti, che nel 1908 posero fine all’assolutismo e aprirono la via a riforme in senso costituzionale. La mossa austriaca rinfocolò il nazionalismo serbo.
1912-13: prima guerra balcanica:Serbia, Bulgaria, Grecia e Montenegro (con l’appoggio della Russia) sconfissero l’Impero Ottomano, che conservò soltanto i territori degli Stretti e della Tracia Orientale.
1913-14:seconda guerra balcanica; la Bulgaria, insoddisfatta, attaccò la Grecia e la Serbia, con cui si schierarono Romania e Turchia. La Bulgaria, sconfitta, si avvicinò all’Austria, mentre la Serbia, protetta dalla Russia, diveniva sempre più il centro e il punto di riferimento del nazionalismo slavo.
Gli schieramenti delle potenze europee alla vigilia della prima guerra mondiale
Gli schieramenti sono due:
1. Triplice Intesa, tra Francia, Gran Bretagna e Russia, in funzione anti tedesca;
2. Triplice Alleanza, tra Germania, Austria-Ungheria e Italia (che però stava prendendo le distanze dalle sue alleate)
Le motivazioni profonde si possono così sintetizzare:
a) concorrenza tra Austria e Russia per i Balcani, in fermento per le rivendicazioni nazionalistiche;
b) contrasto tra Francia e Germania per l’Alsazia-Lorena e per i tentativi francesi nel Mediterraneo (Marocco);
c) rivalità fra Germania e Inghilterra, a causa dello sviluppo economico e militare (flotta) della prima, che minaccia il predominio della seconda;
d) crescente ostilità fra Italia e Austria per le “terre irredente” (Trento e Trieste) e per i Balcani, in cui anche l’Italia aveva mire di espansione commerciale
Lo scoppio della guerra
Dopo l’attentato compiuto a Sarajevo il 28 giugno del 1914 da un gruppo di nazionalisti serbi, in cui rimasero uccisi l’arciduca ereditario d’Austria e la moglie;
- il 28 luglio, dopo aver inviato un ultimatum, l’Austria dichiarò guerra alla Serbia; la Russia proclamò la mobilitazione generale;
- il 1° agosto la Germania dichiarò guerra alla Russia;
- il 3 agosto la Germania dichiarò guerra alla Francia e l’Italia dichiarò la propria neutralità;
- il 4 agosto la Germania invase il Belgio, violandone la neutralità; l’Inghilterra dichiarò guerra alla Germania.
L’orientamento italiano nei confronti della guerra.
In Italia dopo la proclamazione della neutralità si delinearono due campi:
1) i neutralsti, maggioritari in Parlamento e nel paese, ma incapaci di un’azione politica decisiva e risoluta;
a) liberali giolittiani, propensi ad agire per via diplomatica, offrendo all’Austria la neutralità in cambio delle terre irredente e della Dalmazia;
b)I socialisti; il Partito Socialista Italiano fu l’unico partito socialista «ufficiale» che non diede mai la propria adesione alla guerra; espressione soprattutto delle masse operaie;
c) I cattolici, espressione delle masse contadine e del Vaticano, contrario per principio alla guerra (per di più una guerra contro la cattolica Austria).
2) Gli interventisti, minoritari, ma molto risoluti;
a) interventisti democratici, come Salvemini, Bonomi, Bissolati, Attilio Deffenu ,che vedevano la guerra come l’ultima delle guerre risorgimentali per il compimento dell’unità italiana;
b)I nazionalisti (inizialmente favorevoli a un intervento a fianco degli Imperi Centrali) sostenitori della necessità di una politica di potenza; tra di loro troviamo anche l’ex socialista Benito Mussolini, fondatore del nuovo giornale Il Popolo d’Italia;
c)I liberali di destra, anti giolittiani, quali Salandra e Sonnino e il direttore del Corriere della Sera, Luigi Albertini.
Come si giunse all’intervento italiano
Di fronte al rifiuto austriaco di concedere compensi all’Italia in cambio della neutralità, il governo Salandra prende contatti con l’Intesa, con cui il 26 aprile 1915 stipula il Patto di Londra, all’insaputa del Parlamento, in maggioranza neutralista.
L’azione della Corte e le dimostrazioni di piazza dei nazionalisti convincono il Parlamento a votare i pieni poteri al governo in vista della guerra (i socialisti si dichiarano contrari); il 24 maggio 1915 viene dichiarata guerra all’Austria.
I principali avvenimenti militari italiani negli anni del conflitto
Gennaio – Ottobre 1915
L’esercito combatte sull’Isonzo e sul Carso, al comando del generale Cadorna.
Maggio 1916
Quinta offensiva sull’Isonzo, che provoca nel maggio la Strafexpedition (spedizione punitiva) austriaca sull’altopiano di Asiago;
Agosto 1916
Contrattacco italiano sull’Isonzo, conquista di Gorizia, dichiarazione di guerra alla Germania.
Ottobre 1917
Crescono le proteste contro la guerra; sciopero a Torino; 24 ottobre - sconfitta di Caporetto, che ha come conseguenza la formazione di un nuovo governo, presieduto da Vittorio Emanuele Orlando, e la sostituzione di Cadorna con il generale Armando Diaz; l’esercito si attesta sulla linea del Piave.
Ottobre – Novembre 1918
22 ottobre-3 novembre - battaglia di Vittorio Veneto; 4 novembre l’Austria firma l’armistizio di Villa Giusti.