Unione Sindacale Italiana

 

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L'Unione Sindacale Italiana (Associazione Internazionale dei Lavoratori) è un sindacato italiano.

Fu fondata nel 1912. Nel 1925 fu sciolta dal governo fascista. Nel 1983 è stata ricostituita come USI-AIT.

Ricollegandosi al patrimonio di idee diffuso in Italia dalla Prima Internazionale, l'USI nacque a Modena nel novembre 1912 rinsaldando le file organizzative del sindacalismo rivoluzionario sorto all'indomani del primo sciopero nazionale in Italia nel 1904. Promossa da Alceste de Ambris a Parma, la cui camera del lavoro nel 1907 aveva organizzato -e portato a termine con successo visto l'accoglimento delle richieste- in un breve lasso di tempo 34 scioperi di varie categorie, si sviluppò ed aumentò il proprio peso politico diffondendosi specialmente a Milano, dove riuscì a mantenersi sempre protagonista grazie all'attivismo ed all'organizzazione di Filippo Corridoni. De Ambris ne fu eletto al vertice nel congresso del 1913.

Si contrapponeva alla Confederazione Generale del Lavoro da cui provenivano la maggioranza dei suoi membri (molti espulsi già nel 1908), per la sua politica rivoluzionaria, per il rifiuto di contatti con qualsiasi partito politico, per la sua volontà di organizzare anche i lavoratori non qualificati, per il rifiuto dei patteggiamenti con lo Stato (rifiuto della legislazione sociale e dei lavori pubblici), per i metodi di lotta basati sull'azione diretta e la non esclusione della violenza.

All'USI aderirono principalmente camere del lavoro situate nel triangolo industriale del Nord (Torino-Milano-Liguria), in Emilia, in Toscana e nelle Puglie. Organizzò soprattutto metalmeccanici, muratori, minatori (con Attilio Sassi), contadini e giornalieri. Durante i suoi primi anni di vita l'organizzazione fu impegnata in una serie di lotte tendenti a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei proletari, senza mai trascurare l'impegno antimilitarista che la caratterizzerà nel corso di tutta la sua storia. Nel 1913 riuscì a fare concorrenza al sindacato socialista riformista scavalcandolo per numero di affiliati in certi settori come la metallurgia. Contro il sindacalismo riformista, organizzato per federazioni di mestiere, cercò di promuovere un sindacalismo d'industria, più adatto per organizzare tutti i lavoratori di una fabbrica senza distinzione di qualifica. In questa ottica condusse lotte importanti e vittoriose alla Fiat di Torino.